In caso di gravi fratture o degenerazione delle articolazioni, per esempio a causa dell’artrosi, una delle opzioni terapeutiche ormai largamente diffusa è l’impianto di protesi.
Queste sono dei dispositivi, prevalentemente metallici, che vanno a sostituire le parti non più integre delle nostre articolazioni.
La chirurgia ortopedica ormai è largamente rappresentata dall’impianto di questi dispositivi, che grazie alle tecnologie all’avanguardia, permettono la restituzione di un’ ottimale funzione della parte che era danneggiata.
Le sedi più interessate sono:
- L’anca
- Il ginocchio
- La spalla
In seguito all’applicazione delle protesi la riabilitazione deve iniziare precocemente, già dal 2°-3° giorno dopo l’intervento.
Qualunque sia la sede i primi obiettivi sono la prevenzione delle complicanze trombo-emboliche, il recupero della libertà di movimento e della forza muscolare.
Nelle protesi dell’arto inferiore, subito dopo l’intervento solitamente viene consigliato l’uso di una calza elastica, che favorisce la circolazione venosa profonda e previene la formazione di trombi.
Si inizia subito con una mobilizzazione attiva a letto, con esercizi semplici di intensità crescente.
Per favorire il ritorno venoso, molto importanti sono gli esercizi che coinvolgono la caviglia, poiché i muscoli della gamba con la loro contrazione agiscono come una pompa che spinge il sangue verso il cuore.
Nelle prime fasi è opportuno rispettare alcune limitazioni e le indicazioni del chirurgo cercando di non eseguire movimenti troppo ampi per evitare il rischio di spostamenti della protesi.
Per questo è fondamentale affidarsi a un fisioterapista esperto che vi guidi nella riabilitazione.
Se si tratta di protesi agli arti inferiori, sarà necessario riprendere a camminare il prima possibile. Normalmente la rieducazione al cammino avviene precocemente, già dai primi giorni della riabilitazione. È opportuno l’utilizzo delle stampelle per le prime settimane, con possibilità di carico sull’arto interessato che dipende dal tipo di intervento, dal paziente e dalle indicazioni del chirurgo.
Una volta che è autorizzato il carico si procede con la rieducazione del cammino senza stampelle, e si esegue un lavoro sull’equilibrio. Quest’ultimo necessiterà sicuramente di un riallenamento, poiché l’utilizzo delle stampelle per tanto tempo comporta una perdita della capacità mantenerlo.
Se si tratta di protesi degli arti superiori, la riabilitazione , oltre che aver come obiettivo il recupero del movimento e della forza muscolare , si indirizza anche alla rieducazione delle attività manuali, poiché il fine ultimo di qualunque movimento degli arti superiori è l’utilizzo delle mani .
Si tratta di recuperare la coordinazione tra i movimenti del braccio e quelli della mano e recuperare la capacità a eseguire tutti i tipi di presa e movimenti fini, come la scrittura per esempio.
La terapia dopo l’impianto di protesi è una e vera e propria ri-abilitazione, perché mira a recuperare tutte le abilità precedenti all’intervento.
Se l’intervento di protesizzazione è programmato è utile impostare un programma di riabilitazione pre-operatoria. L’utilità di questo tipo di terapia è quello sia di educare il paziente a quello che sarà il percorso riabilitativo dopo l’intervento, sia di preparare l’articolazione all’intervento.
Si tratta di insegnare gli esercizi che verranno eseguiti anche in seguito e migliorare le capacità di movimento del paziente in modo che sia la muscolatura che le strutture intorno all’articolazione siano pronte a iniziare la riabilitazione in un stato di salute maggiore possibile.
Infatti se si riesce a ottenere una buona articolarità e forza muscolare prima dell’intervento, la riabilitazione successiva sarà molto più facile, meno dolorosa e più efficace.