La lussazione è uno spostamento delle ossa che compongono un’ articolazione, le quali perdono il contatto reciproco. Può essere completa (lussazione vera e propria) o incompleta (sublussazione).
Le sedi più frequenti sono la spalla, l’ anca e il gomito.
Le cause possono essere cadute, movimenti errati, traumi contusivi.
Esistono persone che hanno una predisposizione genetica per le lussazioni. Si tratta di individui con lassità legamentosa, cioè che hanno dei legamenti poco rigidi, e quindi le loro articolazioni compiono dei movimenti di ampiezza superiore alla norma, esponendole maggiormente al rischio di problemi di questo tipo.
In seguito ad una sospetta lussazione è opportuno immobilizzare la parte, evitare il carico se si tratta degli arti inferiori, e recarsi immediatamente al pronto soccorso per effettuare accertamenti e eventualmente ridurre la lussazione, cioè riportare le ossa nella loro normale posizione.
Mai cercare di ridurre le lussazioni autonomamente o attraverso mani inesperte!
Si potrebbe correre il rischio di creare danni maggiori.
In seguito ad una lussazione, se non ci sono danni alle strutture ossee o legamentose, viene effettuata una semplice immobilizzazione con tutore la cui durata dipende dalla gravità.
Appena possibile si inizia con la riabilitazione vera e propria che ha come obiettivo la riduzione del dolore, il recupero del movimento articolare, della coordinazione motoria, della stabilità e della forza.
Anche in questo caso è fondamentale la rieducazione propriocettiva, che permette di evitare le recidive.
Ciò che solitamente contraddistingue il paziente che ha subito una lussazione è la paura che questa possa riverificarsi. Vi è un certo grado di apprensione che accompagna i movimenti. Man mano che diminuisce il dolore e avviene il recupero della coordinazione articolare l’ apprensione tende a sparire, poiché il paziente stesso si rende conto che la sua articolazione è stabile.
Attraverso la fisioterapia il rischio di recidive si riduce notevolmente e l’articolazione può ritrovare la sua funzione ottimale.